Camicia nera. Fatti e misfatti di un ventennio italiano by Silvio Bertoldi

Camicia nera. Fatti e misfatti di un ventennio italiano by Silvio Bertoldi

autore:Silvio Bertoldi [Bertoldi, Silvio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Political Ideologies, Fascism & Totalitarianism
ISBN: 9788817127448
Google: M5ohPQAACAAJ
editore: BUR
pubblicato: 2001-10-14T23:00:00+00:00


IX.

Il sesso del littorio.

Dai ricordi di Navarra, usciere di Mussolini, a proposito del rapporto tra il Duce e il sesso femminile: “Considerava le donne esclusivamente per quello che potevano dargli come donne, le faceva parlare, fingendo di ascoltarle, poi agiva come credeva. Rispetto alla donna, era veramente come il medio uomo borghese italiano, quello che non dà alcuna confidenza intellettuale alla propria moglie, che ama le avventure galanti rapide e non compromettenti e che, ad una certa età, quando si sente “arrivato”, non può fare a meno di prendersi un’amante fissa e un appartamento fuori di casa”.

Più che una considerazione sul comportamento di Mussolini, questa può dirsi la fotografia del modo di condursi del gerarca tipo nei confronti del sesso femminile. Il gerarca, anzi, come osserva Navarra, il “medio uomo borghese italiano”, nella stagione d’oro del fascismo, quando il potere è tutto nelle mani del partito e la sua autorità è assoluta, sta tra i trentacinque e i quarantacinque anni. A quell’età, “l’uomo medio italiano” di successo corrisponde nell’ottanta per cento dei casi alla descrizione che Navarra fa di Mussolini. Ama “le avventure galanti e rapide, non compromettenti”, si sente arrivato e dunque deve poter ostentare lo status symbol della sua condizione, l’amante fissa. L’esempio lo dà il capo.

L’amante fissa, Claretta Petacci, Mussolini se la fa a partire dal 1936, quando ha cinquantatré anni, l’età fatale del demone meridiano. Prima c’era stato un grande sfarfallio di donne, ma si trattava appunto di “avventure galanti e rapide, non compromettenti”. Tranne il caso della lunga relazione con l’intellettuale ebrea Margherita Sarfatti, la quale lo affascinava per la sua superiorità culturale, e con la trentina Ida Dalser che riuscì a cacciarlo nei guai durante la prima guerra mondiale, mettendogli al mondo un figlio (riconosciuto, di nome Benito). Alla fine, stanco delle continue seccature procurate dall’esaltata ragazza, essendo divenuto nel frattempo capo del governo, la fece rinchiudere in manicomio secondo la tecnica più tardi largamente adottata nell’Unione Sovietica.

Fino a cinquant’anni Mussolini svolazza dunque con inesauribile energia: la Cornelia Tanzi, l’Angela Curti Cucciati, la Giana Anguissola, l’Ada Negri, la Magda Fontanges, la Bianca Veneziana, la Leda Rafanelli e altre meno note. La sua attività amorosa assume un ritmo sistematico, burocratico, una pratica da sbrigare, dal momento in cui entra a Palazzo Venezia e può ben dire d’essere il padrone d’Italia. Ha solo l’imbarazzo della scelta e c’è chi vi provvede, per non fargli perdere tempo e non interrompergli l’abitudine dei pomeriggi dedicati al sesso. “Per vent’anni,” dirà Navarra, “una donna al giorno.”

Sembra un po’ troppo, anche per un vir come lui; mettiamo una alla settimana.

Gli va bene tutto, è di gusti facili. Il genero lo copia anche su questo terreno. $è noto il telegramma spedito da Ciano a un suo fido dell’ambasciata di Berlino, in occasione di un viaggio in Germania: “Procura donne”. L’esempio viene dall’alto e le più autorevoli Camicie Nere si fanno onore.

Il regime ha imposto l’immagine dell’uomo fascista maschio, virile, sempre pronto a lanciarsi sulla preda.

Se per caso, qua e là, la



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